"L'anno
scorso ho comprato un melone al supermercato. Un melone di quelli gialli con la
buccia liscia. Diversamente da quelle che sono le mie abitudini, non ho
controllato se fosse biologico e neanche il paese di provenienza.
L'ho
affettato per mangiarlo e mi sono ritrovata con i semi in mano. Per qualche
secondo li ho guardati, pensando alla loro potenzialità. Dentro ognuno di quei
semi, neanche troppo grandi, c'è una pianta capace di generare vari frutti,
pieni di una grande quantità di semi. E da qui la storia ricomincia.
La
natura è decisamente generosa. Sembra impossibile che non ci sia cibo in
abbondanza per tutti.
Ho
preso una decina di semi e li ho messi in altrettanti vasetti di terra. Dopo
pochi giorni dalla terra spuntavano due foglioline verdi. Cinque piantine sono
cresciute abbastanza da poter essere trapiantate. Non avevo molto spazio e alla
fine ho raccolto tre meloni.
Se
lo avessi programmato avrei comprato dei semi selezionati, o addirittura delle
piantine già pronte per essere trapiantate. Avrei lavorato la terra,
arricchendola con del concime appropriato. Probabilmente avrei cercato uno
spazio più grande dove trapiantarli. Forse, se avessi fatto tutte queste cose,
avrei avuto piante più grandi che avrebbero generato più frutti. Ma non credo
che avrei avuto lo stesso piacere nel mangiarli.
Nel
mio gesto non c'erano aspettative, la mia mano non si è mossa per una
ricompensa futura, semplicemente mi è sembrata la cosa più naturale da fare.
Ho
messo una manciata di semi nella terra e nel vedere la loro trasformazione è
cresciuta in me la consapevolezza che la natura è la madre di tutto".
Pachamama
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