venerdì 14 dicembre 2012

Documentario 'A Farm for the Future' - Una fattoria per il futuro

Se non avete ancora visto il documentario A Farm for the Future (Una fattoria per il futuro) vi consiglio vivamente di farlo. E' stato mandato in onda dalla BBC nel 2009 e merita tutto il successo che ha riscosso. Significativo per il messaggio e molto bello anche per le immagini del paesaggio della campagna inglese. Sotto trovate la 1ma di 6 parti del documentario, con sottotitoli in italiano (la parte restante cercatela su Youtube!).  

Rebecca Hosking narra in forma autobiografica il percorso alla ricerca di un nuovo modello produttivo - alla luce del costante aumento del petrolio - per gestire la fattoria di famiglia nel Devon (Sud-Ovest dell'Inghilterra). Rendendosi conto che ad oggi tutta la produzione alimentare nel Regno Unito è completamente dipendente da combustibili fossili, si chiede come sia possibile rendere la fattoria a basso consumo energetico.

Incontrerà agricoltori ed esperti permacultori quali Martin Crawford, Patrick Whitefield, Chris Dixon, che l'accompagneranno verso concreti esempi di permacultura, agricoltura verticale, giardini-foresta, ecc. rendendosi conto che la Natura è la risposta alle sue domande. 

Sono d'accordo con Rob Hopkins quando scrive che uno dei momenti più significativi del film è quando si vedono le immagini del suolo della fattoria negli anni Ottanta: prima si accalcavano moltissimi uccelli alla ricerca d'insetti, lombrichi ecc.; oggi, invece, non ci vanno più perchè il suolo è morto, totalmente impoverito a causa di un ventennio di aratura meccanica e dell'utilizzo di fertilizzanti.

'Farm of the Future' ha il merito d'illustrare non solo che è possibile produrre cibo senza l'utilizzo di mezzi meccanici e combustibili fossili: ciò può essere ottenuto in maggiori quantità, con minor fatica, con zero impatto ambientale e maggior nutrimento per il nostro corpo (e mente). Bisogna rispettare la biodiversità.

A me ha davvero dato la percezione che il "Piano B" tanto desiderato sia concretizzabile. A voi?



lunedì 10 dicembre 2012

Il flop della Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, a Doha

Mentre Legambiente pubblica un dossier che dimostra come lo Stato italiano ogni anno destini 9,11 miliardi di euro alle fonti fossili - dimostrandosi per l'ennesima volta FUORI DAL MONDO - si è conclusa con un preventivabile flop la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, quest'anno tenutasi a Doha, in Qatar.

Nel Paese maggior inquinatore del mondo (per emissioni pro-capite), i 194 Paesi partecipanti al summit sui cambiamenti climatici avrebbero dovuto decidere di quanto - e chi - ridurre le emissioni di CO2. La decisione è stata rimandata alla prossima occasione, in un loop che sembra non avere fine. E' stato solo prolungato il protocollo di Kyoto, in scadenza quest'anno, per 8 anni.

I leader politici continuano a fare finta di niente, ma i cambiamenti climatici non aspettano: le emissioni di CO2 continuano a crescere (+ 20% dal 2000) con effetti ambientali e sociali sempre più evidenti e drammatici. Solo nell'ultimo mese si sono registrate alluvioni in Toscana e Liguria, in Inghilterra e Galles, e pochi giorni fa un mega tifone ha causato centinaia di morti nelle Filippine.

Ai cambiamenti climatici dovremo abituarci, perché ormai sono una triste realtà. Ma bisogna nel frattempo cambiare modello energetico, promuovendo le fonti di energia pulita e riducendo drasticamente il consumo di petrolio, carbone, gas,... Esattamente il contrario di cosa sta facendo l'Italia. I dati scientifici sono, ahimè, incontrovertibili: è necessario ridurre le emissioni entro il 2020 per evitare un riscaldamento del pianeta superiore ai 2°C. Se invece gli impegni di riduzione attuali continuassero ad essere bypassati, il surriscaldamento tra 10-15 anni si attesterebbe intorno ai 4°C, e oltre questa soglia saremmo sulla via del non ritorno.

Ma a Doha due settimane di consultazioni non hanno portato a nulla, troppe le resistenze dei Paesi in costante sviluppo. Ciò non fa che confermare che il cambiamento debba avvenire dal basso.

Vedi l'intervento di ieri sera di Mercalli a "Che Tempo Che Fa":

Fonte: Climaedintorni

venerdì 7 dicembre 2012

Petizione Greenpeace per difendere il mais messicano

MonsantoSe leggete questo post significa che già sapete del pericolo che sta correndo il Messico: la biodiversità del mais è a rischio per l'autorizzazione che il governo messicano è in procinto di dare alla coltivazione del mais OGM.

Nonostante la raccomandazione dell'ONU sulla necessità di ripristinare la moratoria sul mais OGM, il governo messicano non ci ha voluto sentire. E ora sta per concedere 2,5 milioni di ettari ai giganti dell'agrochimica come Monsanto, DuPont e Dow AgroSciences per la coltivazione di mais transgenico.

Firma anche tu la petizione di Greenpeace Mexico per bloccare questo massacro!

giovedì 6 dicembre 2012

L'era della scarsità, video-intervista a Lester Brown

Sul Blog di Beppe Grillo è disponibile un'interessante intervista a Lester Brown, economista, ambientalista americano e autore di molti libri sui problemi ambientali globali. Questo signore si è distinto per evidenziare, da anni, il problema della scarsità di cibo e per lavorare ad un progetto di ridefinizione dell'economia ("Piano B" è uno dei suoi libri più noti). Il nostro mondo si trova, infatti, in una fase di transizione, perchè da un surplus/abbondanza di risorse si sta evolvendo verso uno stato di scarsità (alimentare, energetica, ...). Sentire il parere di un esperto che illustra le cause e le conseguenze della cattiva condotta del sistema economico attuale, è utile per fare mente locale su cosa sta realmente accadendo.

In questa video-intervista (sono disponibili i sottotitoli in ita e ing) Lester Brown spiega alcune tendenze dal lato della domanda (1. aumento della popolazione; 2. aumento della ricchezza; 3. riallocazione di terreni da uso agricolo a produzione di combustibile) e dal lato dell'offerta (1. scarsità acqua; 2. global warming; 3. erosione dei suoli). La domanda aumenta, l'offerta diminuisce. Il risultato è una sempre maggiore scarsità di cibo. Questa situazione è tangibile, è la direzione che ha preso il nostro Pianeta ed è già vissuta con preoccupazione dai Paesi più sviluppati, come dimostra il fenomeno del land grabbing (vedi mio recente post sul tema, clicca qui).

E' necessario operare un cambiamento,e Lester Brown al termine di questa video-intervista ci da alcune dritte. 


martedì 4 dicembre 2012

Lo spreco di acqua in Italia

In Italia il 30% dell'acqua degli acquedotti viene perso. Si tratta di una % decisamente più elevata rispetto alla media degli altri Paesi europei. Un fatto gravissimo, a cui bisogna porre rimedio il prima possibile (v. articolo su Terra Nuova). A tal proposito, vorrei riproporvi questo post, scritto alcuni mesi fa, in cui illustro alcuni accorgimenti molto semplici per limitare il consumo idrico quotidiano.

Clicca qui per leggere '
Decrescita vuol dire anche...risparmiare l'acqua!'.

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