venerdì 14 dicembre 2012

Documentario 'A Farm for the Future' - Una fattoria per il futuro

Se non avete ancora visto il documentario A Farm for the Future (Una fattoria per il futuro) vi consiglio vivamente di farlo. E' stato mandato in onda dalla BBC nel 2009 e merita tutto il successo che ha riscosso. Significativo per il messaggio e molto bello anche per le immagini del paesaggio della campagna inglese. Sotto trovate la 1ma di 6 parti del documentario, con sottotitoli in italiano (la parte restante cercatela su Youtube!).  

Rebecca Hosking narra in forma autobiografica il percorso alla ricerca di un nuovo modello produttivo - alla luce del costante aumento del petrolio - per gestire la fattoria di famiglia nel Devon (Sud-Ovest dell'Inghilterra). Rendendosi conto che ad oggi tutta la produzione alimentare nel Regno Unito è completamente dipendente da combustibili fossili, si chiede come sia possibile rendere la fattoria a basso consumo energetico.

Incontrerà agricoltori ed esperti permacultori quali Martin Crawford, Patrick Whitefield, Chris Dixon, che l'accompagneranno verso concreti esempi di permacultura, agricoltura verticale, giardini-foresta, ecc. rendendosi conto che la Natura è la risposta alle sue domande. 

Sono d'accordo con Rob Hopkins quando scrive che uno dei momenti più significativi del film è quando si vedono le immagini del suolo della fattoria negli anni Ottanta: prima si accalcavano moltissimi uccelli alla ricerca d'insetti, lombrichi ecc.; oggi, invece, non ci vanno più perchè il suolo è morto, totalmente impoverito a causa di un ventennio di aratura meccanica e dell'utilizzo di fertilizzanti.

'Farm of the Future' ha il merito d'illustrare non solo che è possibile produrre cibo senza l'utilizzo di mezzi meccanici e combustibili fossili: ciò può essere ottenuto in maggiori quantità, con minor fatica, con zero impatto ambientale e maggior nutrimento per il nostro corpo (e mente). Bisogna rispettare la biodiversità.

A me ha davvero dato la percezione che il "Piano B" tanto desiderato sia concretizzabile. A voi?



lunedì 10 dicembre 2012

Il flop della Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, a Doha

Mentre Legambiente pubblica un dossier che dimostra come lo Stato italiano ogni anno destini 9,11 miliardi di euro alle fonti fossili - dimostrandosi per l'ennesima volta FUORI DAL MONDO - si è conclusa con un preventivabile flop la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, quest'anno tenutasi a Doha, in Qatar.

Nel Paese maggior inquinatore del mondo (per emissioni pro-capite), i 194 Paesi partecipanti al summit sui cambiamenti climatici avrebbero dovuto decidere di quanto - e chi - ridurre le emissioni di CO2. La decisione è stata rimandata alla prossima occasione, in un loop che sembra non avere fine. E' stato solo prolungato il protocollo di Kyoto, in scadenza quest'anno, per 8 anni.

I leader politici continuano a fare finta di niente, ma i cambiamenti climatici non aspettano: le emissioni di CO2 continuano a crescere (+ 20% dal 2000) con effetti ambientali e sociali sempre più evidenti e drammatici. Solo nell'ultimo mese si sono registrate alluvioni in Toscana e Liguria, in Inghilterra e Galles, e pochi giorni fa un mega tifone ha causato centinaia di morti nelle Filippine.

Ai cambiamenti climatici dovremo abituarci, perché ormai sono una triste realtà. Ma bisogna nel frattempo cambiare modello energetico, promuovendo le fonti di energia pulita e riducendo drasticamente il consumo di petrolio, carbone, gas,... Esattamente il contrario di cosa sta facendo l'Italia. I dati scientifici sono, ahimè, incontrovertibili: è necessario ridurre le emissioni entro il 2020 per evitare un riscaldamento del pianeta superiore ai 2°C. Se invece gli impegni di riduzione attuali continuassero ad essere bypassati, il surriscaldamento tra 10-15 anni si attesterebbe intorno ai 4°C, e oltre questa soglia saremmo sulla via del non ritorno.

Ma a Doha due settimane di consultazioni non hanno portato a nulla, troppe le resistenze dei Paesi in costante sviluppo. Ciò non fa che confermare che il cambiamento debba avvenire dal basso.

Vedi l'intervento di ieri sera di Mercalli a "Che Tempo Che Fa":

Fonte: Climaedintorni

venerdì 7 dicembre 2012

Petizione Greenpeace per difendere il mais messicano

MonsantoSe leggete questo post significa che già sapete del pericolo che sta correndo il Messico: la biodiversità del mais è a rischio per l'autorizzazione che il governo messicano è in procinto di dare alla coltivazione del mais OGM.

Nonostante la raccomandazione dell'ONU sulla necessità di ripristinare la moratoria sul mais OGM, il governo messicano non ci ha voluto sentire. E ora sta per concedere 2,5 milioni di ettari ai giganti dell'agrochimica come Monsanto, DuPont e Dow AgroSciences per la coltivazione di mais transgenico.

Firma anche tu la petizione di Greenpeace Mexico per bloccare questo massacro!

giovedì 6 dicembre 2012

L'era della scarsità, video-intervista a Lester Brown

Sul Blog di Beppe Grillo è disponibile un'interessante intervista a Lester Brown, economista, ambientalista americano e autore di molti libri sui problemi ambientali globali. Questo signore si è distinto per evidenziare, da anni, il problema della scarsità di cibo e per lavorare ad un progetto di ridefinizione dell'economia ("Piano B" è uno dei suoi libri più noti). Il nostro mondo si trova, infatti, in una fase di transizione, perchè da un surplus/abbondanza di risorse si sta evolvendo verso uno stato di scarsità (alimentare, energetica, ...). Sentire il parere di un esperto che illustra le cause e le conseguenze della cattiva condotta del sistema economico attuale, è utile per fare mente locale su cosa sta realmente accadendo.

In questa video-intervista (sono disponibili i sottotitoli in ita e ing) Lester Brown spiega alcune tendenze dal lato della domanda (1. aumento della popolazione; 2. aumento della ricchezza; 3. riallocazione di terreni da uso agricolo a produzione di combustibile) e dal lato dell'offerta (1. scarsità acqua; 2. global warming; 3. erosione dei suoli). La domanda aumenta, l'offerta diminuisce. Il risultato è una sempre maggiore scarsità di cibo. Questa situazione è tangibile, è la direzione che ha preso il nostro Pianeta ed è già vissuta con preoccupazione dai Paesi più sviluppati, come dimostra il fenomeno del land grabbing (vedi mio recente post sul tema, clicca qui).

E' necessario operare un cambiamento,e Lester Brown al termine di questa video-intervista ci da alcune dritte. 


martedì 4 dicembre 2012

Lo spreco di acqua in Italia

In Italia il 30% dell'acqua degli acquedotti viene perso. Si tratta di una % decisamente più elevata rispetto alla media degli altri Paesi europei. Un fatto gravissimo, a cui bisogna porre rimedio il prima possibile (v. articolo su Terra Nuova). A tal proposito, vorrei riproporvi questo post, scritto alcuni mesi fa, in cui illustro alcuni accorgimenti molto semplici per limitare il consumo idrico quotidiano.

Clicca qui per leggere '
Decrescita vuol dire anche...risparmiare l'acqua!'.

Leggi anche: 
Abuela Grillo: quando l'Arte mostra coscienza sociale 
La Democrazia Imperfetta in Italia: nulla è cambiato dal Referendum sull'Acqua 
GiraDora, la lavatrice a pedali che fa risparmiare su luce, acqua e salute 
Global warming, come al solito ci rimettono i più poveri 
L'agricoltura biologica unica vera alternativa per produrre cibo e tutelare l’ambiente

venerdì 30 novembre 2012

Mega-progetto di land grabbing in Mozambico

http://harambeeusa.org/wp/wp-content/uploads/2011/11/Mozambique-outline-web.jpg
Negli ultimi anni, complice la condizione d'imminente scarsità globale di cibo (a proposito, vi consiglio di leggere questo post che riporta le ultime dichiarazioni di Lester Brown), si sta verificando un fenomeno molto preoccupante, chiamato land grabbing: l'esproprio di terreno ai contadini del Terzo Mondo da parte dei governi dei Paesi più sviluppati per soddisfare i consumi di quest'ultimi.
  
E', infatti, notizia di queste settimane l'imminente collaborazione tra i governi e il settore privato di Brasile e Giappone per dar vita ad un mega progetto agro-alimentare (denominato ProSavana) che prevede l'acquisizione di 14 milioni di ettari di terreno nel nord del Mozambico da parte di aziende brasiliane per la produzione di soia, mais ed altre materie prime. Questi prodotti verrebbero esportati da diverse multinazionali giapponesi. La zona del Mozambico oggetto dell'esproprio è conosciuta come il Corridoio di Nacala (provincia di Nampula), ed è la regione più densamente popolata del Paese: in questi terreni fertili caratterizzati da piogge costanti e generose, milioni di piccoli agricoltori producono cibo per l'autoconsumo e per i mercati locali e regionali.  
Ma ora ProSavana vuole affidare questi terreni ad aziende giapponesi e brasiliane, per stabilire enormi industrie agricole e produrre a basso costo materie prime per l'esportazione. Proprio come accaduto in Brasile anni fa, dove sono stati convertiti ettari e ettari di savana per coltivare soia e canna da zucchero. Nell'ambito del progetto ProSavana vengono offerte le aree agricole con un contratto di locazione a lungo termine per circa US $ 1/ha all'anno (!).

L'11 Ottobre 2012 l'Unione Nazionale dei Contadini (UNAC) ha incontrato i rappresentanti dei contadini della Provincia di Nampula e ha manifestato il proprio dissenso al progetto, affermando che ProSavana è il risultato di una linea politica egemone da parte del governo del Mozambico, che non tiene in considerazione i diritti e le esigenze dei contadini. UNAC avverte che il progetto genererà certamente mancanza di terreni agricoli, sconvolgimenti sociali, povertà, corruzione e distruzione dell'ambiente.


Per i leader di UNAC, l'unico investimento sostenibile nel corridoio di Nacala ed in Mozambico in generale, sarebbe quello rivolto a migliorare la tecnologia agricola e quindi dare impulso all'economia del territorio, permettendo condizioni di vita dignitose e durature per i contadini: in questo modo si potrebbe arginare l'esodo rurale e produrre alimenti di qualità migliore e in quantità sufficiente per l'intera nazione mozambicana. 


Se non si porrà un freno al land grabbing, la guerra per la terra in Africa sarà terribile.

Per maggiori dettagli sul progetto ProSavana, seguite l'intervista a Devlin Kuyek di GRAIN.

Fonte: Grain.org

martedì 27 novembre 2012

In Perù approvata la moratoria sugli OGM

Da alcune settimane mi sto appassionando al tema delle sementi autoctone e al pericolo rappresentato dagli OGM, complici la bella conferenza tenutasi al recente "Salone del Gusto" di Torino - in cui spiccava, tra le altre, la partecipazione di Vandana Shiva - ed altri eventi locali sul tema.
Così, dopo aver scritto in merito alla sconfitta della Proposition 37 in California e del tentativo di massacro della biodiversità del mais in Messico, ecco che dal Perù provengono finalmente notizie che fanno trasparire una certa inversione di tendenza.

Il Congresso peruviano ha infatti approvato la legge che impone il divieto d''importazione, produzione ed utilizzo di sementi OGM nel Paese
(per 10 anni). Il ministro dell'Ambiente Manuel Pulgar Vidall ha commentato che la legge, approvata dal nuovo presidente Ollanta Humala, ha lo scopo di preservare la biodiversità del Perù e sostenere gli agricoltori locali. Il Perù è, tra le altre cose, un grande esportatore di caffè e cacao biologici, con più di 40.000 produttori certificati (Fonte: Fondazione Diritti Genetici). Un gran bel sollievo per i peruviani, che negli anni della precedente amministrazione Alan Garcia hanno corso il rischio di vedere consegnato il suolo andino a società impegnate nella coltivazione di OGM (soia, mais, ..) destinate alla produzione di biofuel (per maggiori info, leggere qui l'articolo in inglese).


Si tratta, quindi, di una bella notizia, che rinvigorirà certamente la battaglia a favore della conservazione della biodiversità e darà benefici diretti all'economia locale. Tuttavia la strada è ancora lunga: secondo
il presidente dell'APEC (Associazione dei consumatori) Crisólogo Cáceres, in Perù oltre il 70% degli alimenti sugli scaffali dei supermercati contiene OGM. E' necessario garantire ai consumatori maggiore trasparenza ed informazione, riportando in etichetta la presenza o meno di OGM. Paradossalmente esiste già una legge in proposito ma purtroppo in questo caso il governo non si è dimostrato così lungimirante nell'applicarla uniformemente.

lunedì 26 novembre 2012

Petizione per fermare la Monsanto in Messico

Stop Monsanto in MexicoA questo Link è possibile apporre la propria firma per fermare il massacro della biodiversità del mais in Messico.

Il nostro contributo è fondamentale per far sì che il presidente uscente, Felipe Calderon, rifiuti la proposta delle multinazionali Monsanto, Dow e DuPont di destinare un'enorme fetta del suolo messicano alla coltura del mais OGM. Ne va della salvaguardia della popolazione e della loro storia, laddove il mais nacque 7.000 anni fa.

Firmate!

martedì 20 novembre 2012

Poesie in momenti di crisi di disoccupazione

Scrivere un curriculum
Wislava Szymborska (1923-2012)

Che cos’è necessario?
È necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
è bene che il curriculum sia breve.
È d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.
E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Tratto da

"Vista con granello di sabbia"
Adelphi Edizioni, Biblioteca Adelphi, 1998

lunedì 19 novembre 2012

Il massacro della biodiversità del mais in Messico

http://www.reteambientalesociale.org/images/stories/mais2.jpgVi invito a leggere questo articolo (in inglese) che informa del tentativo di massacro della biodiversità del mais in Messico da parte delle multinazionali Monsanto, DuPont e Dow. Queste aziende agro-chimiche hanno in mente di installare uno stabilimento di 2,5 milioni di ettari di mais transgenico, pari alla grandezza di El Salvador (!). Il Messico è universalmente considerato dagli scienziati il depositario globale della biodiversità del mais, potendo contare su diverse migliaia di varietà e su una storia millenaria.
Sta quindi per succedere qualcosa di molto preoccupante, non solo per il Messico, ma per tutta la popolazione mondiale: si tratterebbe, infatti, del primo caso in cui viene installato un impianto per la produzione di cereale OGM realizzato nel luogo d'origine del cereale stesso.

La speranza è che le diverse mobilitazioni sociali e civili blocchino questo crimine all'umanità. Perchè di crimine si tratterebbe: con un colpo di spugna si cancellerebbero oltre 7.000 anni di storia di lavoro delle popolazioni indigene, ed un domani i messicani si troverebbero sulle loro tavole mais modificato geneticamente, senza, forse, rendersene neanche conto.

giovedì 8 novembre 2012

Referendum in California sull'etichettatura degli OGM: persa una bella occasione

Ce l'hanno fatta anche questa volta, purtroppo. Come riportato da The Guardian, il Referendum in California sull'obbligo di indicare con apposite etichette la presenza di ingredienti provenienti da vegetali geneticamente modificati (OGM) è stato rigettato.

Con una partecipazione del 95% di votanti (complice l'elezione del Presidente USA), solo il 47% ha votato a favore della Proposition 37, mentre il 53% contro. Il Referendum avrebbe reso possibile indicare sull'etichetta la presenza di OGM sui quei prodotti che usano materie prime modificate in laboratorio.

Monsanto ed altri colossi dell'agrochimica e alimentare come PepsiCo e Nestlé sono usciti vincitori, forti di una campagna per il "no" da 45 M di dollari, che sottolineava il conseguente aumento dei prezzi sugli scaffali se avesse visto il "si".

Sono ormai anni che gli Stati USA stanno valutando proposte di legge riguardanti le etichette dei prodotti Ogm, e questo referendum rappresentava una tappa cruciale: la California, infatti, è da sempre un punto di riferimento su molte tematiche ambientali ed in difesa della salute dei consumatori. 

In una dichiarazione, Kristin Lynch, direttore dell'ONG Food & Water ONG, ha commentato amaramente l'esito, secondo lui condizionato dalla pubblicità ingannevole messa in piedi dall'industria che pro-OGM. Tuttavia, secondo Lynch, il movimento sull'obbligo di indicare con apposite etichette la presenza di ingredienti provenienti da OGM sta crescendo: anche se fino ad oggi non è richiesta un'indicazione specifica, la sensibilità dei consumatori sta cambiando, la gente esige maggiore trasparenza. Sapere è un nostro diritto.  Negli Usa la percentuale di mais e soia Ogm rappresenta il 90% mercato (!).

Se gli statunitensi hanno perso una bella occasione, qui in Europa come stiamo? Negli ultimi anni si è visto un incremento delle colture OGM, soia e mais Ogm si trovano principalmente nel mangime per animali, per cui la fetta di mercato rimane molto piccola (Fonte: Il Fatto Alimentare.it). Ma bisogna rimanere all'erta.

martedì 6 novembre 2012

10 consigli per limitare gli sprechi ed utilizzare al meglio i nostri spazi

Leggere questo post del direttore di Permaculture Magazine, Sebastian von Holstei, mi ha portato a ripensare a quanto, spesso, ci affezioniamo alle "cose" materiali. Quanti di noi hanno scatoloni pieni di oggetti vecchi, che occupano solo spazio e... polvere. Proprio di recente mi sono trasferito, insieme alla mia compagna, in una mansarda openspace, con grandi benefici in termini di comodità ed economia. Nel muoverci in uno spazio piuttosto piccolo, abbiamo "lasciato fuori" una serie di oggetti inutili, tenendo solo lo stretto indispensabile ed approfittando degli "oggetti doppi" di famiglia ed amici. Naturalmente siamo solo all'inizio del percorso che ci porterà ad avere uno spazio sì ridotto, ma in contesto decisamente diverso, non urbano ma immerso nella campagna, con la possibilità di coltivare frutta e verdura, creare i "nostri laboratori del gusto" ed essere il più possibile autosufficienti in termini alimentari ed energetici.

Riporto, qui sotto, una serie di consigli e considerazioni individuate da Sebastian per riconsiderare il proprio stile di vita in termini di spazio e risorse. In questo modo sarà possibile concentrarci in ciò che realmente riteniamo importante. 
  1. Vendi, dona, baratta o butta via almeno un articolo al giorno.
  2. Pensa prima di acquistare (fatti questa domanda: ho veramente bisogno di questo?)
  3. Fai una lista di tutto ciò che hai QUASI acquistato e hai scelto di non farlo, per il periodo di un mese: vedrai quanto hai risparmiato!
  4. Se la tua famiglia dispone di diverse auto, prendi in considerazione di disfarti di una e sostituirla con una bicicletta... certo ci vuole un po' più di organizzazione, ma guadagnerai in salute e denaro.
  5. Sbarazzati del televisore... se proprio non riesci a non vedere i tuoi programmi preferiti, utilizza il computer. Ciò ti permetterà di essere più selettivo nell'acquisizione delle informazioni.
  6. Prova a riscaldarti... grazie al vicino. Se vivi in un condominio e il tuo vicino tiene il riscaldamento alto, potrebbe non essere necessario tenere il tuo riscaldamento COSI' alto!
  7. "Digitalizza" il tuo stile di vita. Se ci tieni, scansiona vecchie foto tenute in album e scatoloni, ed elimina vecchi estratti conto, bollette, ecc. In questo modo approfittarai di nuovo spazio per archiviare ciò di cui hai realmente bisogno.
  8. Salda i debiti contratti e non farne altri. La maggior parte delle persone lavora per finire di pagare ciò che non potrebbe sostenere, per cose di cui non ha realmente bisogno. "Ridimensionati", sbarazzati del non necessario ed ingegnati per riutilizzare e ricreare oggetti.
  9. Sii consapevole della tua salute. Mangia cibo locale e biologico. In questo modo sosterrai la tua comunità rendendoti indipendente dai supermercati, e al contempo ridurrai il consumo di prodotti ad alto impatto ambientale.
  10. Esprimi gratitudine tutti i giorni. Può sembrare retorico, ma devi essere consapevole della fortuna che abbiamo. Quando hai uno stile di vita semplice, hai l'opportunità di considerare le cose per ciò che realmente valgono. Il distacco dal materiale porta consapevolezza interiore.
Grazie Sebastian per farmi ripensare, ancora una volta, alla stupidità delle mie incertezze e paure.

martedì 30 ottobre 2012

'Ritorno alla terra' di Vandana Shiva

ritorno alla terra shiva
Per la serie ‘libri della decrescita’, vorrei parlarvi di un testo scritto da Vandana Shiva, Ritorno alla Terra, che ho avuto il privilegio di leggere recentemente.

La nota attivista ed ambientalista indiana individua tre crisi che caratterizzano il periodo attuale, la fame nel mondo, il peak oil e il surriscaldamento globale. Queste tre dinamiche, correlate tra loro, stanno segnando la fine dell'ecoimperialismo occidentale e del modello di sviluppo improntato sulla crescita illimitata, fonte di sprechi, inquinamento e disuguaglianze sociali.
Il futuro che auspica Vandana è un processo di transizione da un’economia del petrolio all’economia della terra, unico elemento in grado di far rinascere gli individui e le comunità. L’uomo deve riappropriarsi del ciclo ecologico e favorire le relazioni sociali affinchè sia possibile questa transizione.
Tanti gli argomenti toccati nel libro, dalla desertificazione del territorio agricolo causato dall’uso di monocolture, alla distruzione della biodiversità prodotta dalle multinazionali, dall’utilizzo dei fertilizzanti agricoli all'esproprio dei terreni nei confronti dei contadini perchè destinati alla coltivazione di biocarburanti. 
Vandana auspica, quindi, un progressivo ritorno alla mobilità sostenibile grazie al trasporto animale (che siano buoi, asini o cammelli) e alla bicicletta, ed il ‘ritorno alla terra’, in favore di un'agricoltura locale, biologica e biodinamica. Non si tratta di un arretramento, quanto piuttosto di una presa di coscienza delle ingiustizie e del malfunzionamento dell'attuale periodo storico.

Mi è capitato di finire questo libro in concomitanza dell'interessante conferenza dal titolo “Sementi: dove si inizia?”, in cui Vandana ha partecipato al Salone del Gusto insieme ad altri relatori. Vi rimando qui al link del sito “Il Cambiamento" per una descrizione dei temi trattati.

Per maggiori informazioni sull'attività portata avanti da Vandana, rimando ai seguenti siti: 

Navdanya  (progetto di connessione tra banche dei semi OGM-free in India)

lunedì 29 ottobre 2012

La Settimana del Baratto: un'occasione di viaggio & baratto

Vitto e alloggio in cambio di beni e servizi? Si può! Nella settimana dal 19 al 25 novembre torna la Settimana del Baratto durante la quale i Bed&Breakfast aderenti offriranno il soggiorno gratuito in cambio di piccoli lavori di manutenzione, servizi fotografici/video, capi d'abbigliamento e tanto altro.... Scrivono sul sito Settimanadelbaratto.it: "l’importante è non limitarsi, non avere imbarazzi e proporre lo scambio nella massima serietà, cortesia, curiosità, empatia, simpatia, originalità". 

Grande il successo dell'iniziativa nelle tre edizioni passate, che ha portato quest'anno ad un'adesione piuttosto elevata: son ben 800 i B&B italiani che aderiscono alla Settimana del Baratto 2012. Alcuni di essi hanno addirittura esteso l'iniziativa a tutto l'anno.

Come partecipare? Vi sono tre possibilità: 
- si può scegliere la località che vorresti visitare dal menù delle Regioni o digitandola sulla barra di ricerca. Una volta scelta la struttura che fa al tuo caso contatta il gestore e proponi il tuo baratto. 
- si può consultare la Lista dei Desideri dei gestori aderenti alla Settimana del Baratto e verificare se tra di essi ne esiste uno che fa al caso tuo. Dopo ciò contatta il gestore del B&B e proponiti come ospite in cambio del bene o servizio richiesto.
- si può inserire la proposta di baratto nel nostro sistema: verrai contattato dai gestori interessati al bene o servizio che sei disposto a barattare in cambio di un soggiorno. 

Un altro consiglio: per recarsi nella località prescelta scegliete il carsharing: vi garantirà risparmio e possibilità di conoscere nuove persone. Leggete questo post.

Fonte: Iolowcost.it