mercoledì 15 maggio 2013

Il nostro orto, un regno di biodiversità

Lo scorso è stato un weekend molto intenso dal punto di vista agricolo: ho dato infatti una grossa mano alla mia ragazza a trapiantare decine e decine di piantine (quante saranno state alla fine?! più o meno un centinaio!) nel suo orto. E' stato faticoso ma credo che ne valga la pena.

Il nostro orto visto dall'alto
La maggior parte delle piantine derivano da semi più o meno antichi, autoriprodotti da Manuela dall'annata precedente o scambiati con amici e conoscenti. E' importante sottolineare che al momento la biodiversità è a rischio a causa del progressivo ridursi della diffusione di sementi al di fuori delle tipologie selezionate e la contemporanea concentrazione dei brevetti (!) nelle mani delle aziende agro-alimentari (il nome Monsanto vi dice qualcosa?). E' bene ricordare che la selezione di semi dipende profondamente dalle esigenze di mercato: per fare un esempio, si prediligono i pomodori con la buccia dura perchè più resistenti allo stoccaggio e al trasporto in cassette, a discapito di pomodori dalla buccia più sottile (più buoni) che si romperebbero e schiaccerebbero.

Il design dell'orto su carta


Nel nostro piccolo noi non ci siamo limitati a difendere la biodiversità, ma abbiamo cercato di esaltarla al massimo! Vi faccio un elenco di ciò che è presente nell'orto: fave, piselli, carote, fagiolini, cipolle, aglio, pomodori (di vario tipo: Re Umberto, Sorrento, da chilo della Garfagnana), meloni (goccia di miele e "classico"), ravanelli, zucchine, zucche (grigia, rossa e a buccia liscia), mais, sedano (verde e rosa), finocchi (reduci dalla stagione invernale e che hanno rimesso dopo averli tagliati alla base per mangiarli), prezzemolo.... Alcune varietà, come melissa, menta, calendula e camomilla sono cresciute spontanee: a parte la melissa, sono state piantate dal nonno di Manuela anni fa e continuano a riprodursi spontanemente.


Vi mostro alcune foto dell'"orto di sotto" e il design dello stesso su carta. Il concetto è che le diverse piante sono state localizzate secondo le consociazioni. In poche parole, alcune piante traggono beneficio o svantaggio dalla vicinanza delle altre: per esempio, la melissa migliora lo sviluppo e il sapore dei pomodori, mentre il tagete pare sia molto utile per la lotta agli insetti. Potete immaginare quanto questo lavoro di progettazione sia stato intenso: il progetto va pianificato nel periodo invernale, quando cioè i lavori sul campo sono ridotti, per poi attuare gli accorgimenti del caso man mano che si passa all'azione.

Chicken tractor
Il terreno non è stato trattato con alcun diserbo nè pesticidi (per noi tutto ciò è abbastanza scontato, ma è meglio sottolineare questo punto per ricordare quanti danni al terreno e alla biodiversità causano i prodotti chimici). Inoltre, il terreno non è stato nè arato nè concimato. Abbiamo constatato il grande numero di lombrichi (complice anche la quantità di pioggia caduta nell'ultimo periodo), il che fa ben sperare circa la fertilità e la concimazione del suolo. In alcuni tratti abbiamo fatto lavorare le galline, che con le loro zampe e la loro pollina hanno "mosso il terreno" e hanno contribuito alla concimazione. Vi mostro una foto del chicken tractor che ci ha costruito Nicolò, un nostro amico falegname.

E voi cosa avete messo nel vostro orto?

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