Basta, ora vado. E' finita, come
potrebbe essere altrimenti? Devo comunicare, finalmente, la mia decisione. So
che è la più giusta - ne sono più che mai consapevole - ma talvolta basta un
niente per far affiorare le vecchie paure. Devo uscire di qui, e al più presto:
questo lavoro non mi appartiene, non mi realizza nè soddisfa. Non ha senso. Mi
sono stufato di fare lo stesso percorso in macchina tutti i giorni, di timbrare
con tutta fretta per non perdere la mezz'ora, di mangiare in questa mensa che offre
cibo che chissà da dove viene, ma soprattutto di svolgere attività di cui non m'importa
nulla. Non è adatto a me e al ruolo che voglio svolgere in questo mondo. Brividi
di freddo scorrono in me nell'immaginarmi nei panni dei miei colleghi, tra 15-20
anni...
Ho deciso, basta. Non mi
interessano le “prospettive di carriera”, gli “sviluppi professionali” che mi
assicura il mio capo. Sviluppi per chi? Prospettive per cosa? Per me o per lui?
O per l'azienda? Per me no di certo, dato che lavorare in questo ufficio (o
meglio, acquario) limita ogni forma di creatività e di curiosità.
Penso che CI vogliano plasmare così, così ci lamentiamo ma non cambiamo nulla.
Ma penso che, tutto sommato, la mia creatività sia tutt'altro che limitata, perchè ogni
giorno cerco di aprire porte per il mio cambiamento, per voltare finalmete pagina.
Negli ultimi anni ho capito che i
miei bisogni, le mie necessità, sono piuttosto ridotte. Perchè, quindi,
lavorare per crearne delle altre? Sento di volere una vita semplice, in un
posto semplice, lavorando quel tanto che basta per vivere un'esistenza
dignitosa, producendo ciò che è necessario a soddisfare i bisogni
quotidiani. Sono un neohippie? Non lo so, le etichette non mi sono mai piaciute.
Leggo il libro di Fukuoka che ho tra le mani: "... più l'essere umano
ingrandisce la mole delle sue attività e del suo lavoro, più il suo spirito e
il suo corpo si disperdono e si allontanano dal svolgere un'esistenza
moralmente soddisfacente". O anche “Vivere non è altro la conseguenza
dell'essere nati... Il mondo che c'è è tale che se la gente mettesse da parte
la propria volontà umana e invece si lasciasse guidare dalla natura non ci
sarebbe nessuna ragione per aver paura di morire di fame”.
Spesso rifletto su cosa
rappresenti il concetto di "lavoro": sono convinto che esso
debba mutare al più presto, perchè così com’è il sistema non regge. Non è
possibile che ci sia gente che lavora come matta, più delle "otto ore al
giorno", scontenta, pensando forse che in questo modo le sia garantita la
sopravvivenza, senza coltivare un hobby o una passione e, contemporaneamente,
ci sia una fetta di persone che perde il lavoro, che non riesce a trovarne uno
nuovo, convinta che il solo fatto di lavorare garantisca loro la dignità. Dove sta la
verità?
Ho deciso, basta, è ora di
comunicare la mia decisione. Darò le mie dimissioni in grande anticipo,
correttamente, per rispetto verso coloro che, nonostante tutto, hanno permesso di
pagarmi l'affitto del tetto sotto cui scrivo queste mie riflessioni. M'immagino già i commenti di molti, i consensi di pochi. A settembre faccio le
valigie, non so ancora per dove, lo scoprirò quando sarà tempo. Ho voglia di
vivere, conoscere, provare, sbagliare, rialzarmi e riprovare. Fare. Mi
rimetto in cammino, in libertà, senza perdere ulteriore tempo. Seguirò la
strada che mi condurrà al ritorno nella natura.
Mi chiamo Francesco, e ho creato questo Blog per condividere delle pratiche e delle riflessioni dal punto di vista ambientale, culturale, alimentare, ecc. Il fine è quello di mettere in discussione i paradigmi della società attuale, fondata sulla crescita, sull'accumulazione individuale, sull’ineguaglianza sociale e sullo spreco, per abbracciare uno stile di vita più sostenibile, rispettoso delle comunità locali, di noi stessi, della natura e del nostro tempo libero.
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..e alla fine, l'hai fatto?
RispondiEliminabeh sì... innanzitutto grazie per avermi dato l'opportunità di rileggere il post (è un anno che non scrivo più, purtroppo, sul Blog - detto tra noi, quando ero in ufficio stavo ore e ore davanti al pc, per cui avevo "tempo" :) ). Le mie dimissioni sono state lampo: nel giro di una decina di giorni ero fuori dall'azienda. Lì per lì mi sono sentito strano (non era nei "piani" uscire così presto!), dopo ho capito che era la cosa migliore per me. In quel periodo di nuovo tempo libero mi sono dedicato alla campagna e a camminate per preparare il cammino verso Santiago di Compostela (fatto a settembre). Dopo di che sono tornato a casa per un paio di settimane giusto per rifare lo zaino e raggiungere la mia compagna in Sicilia (dove abbiamo fatto wwoofing). All'inizio di quest'anno siamo ritornati a casa dove abbiamo riorganizzato l'orto e così via... ora mi sento felice ed innamorato più che mai, arricchito di nuove esperienze, sperimentato tante cose ma soprattutto conosco meglio me stesso... e questo lo considero l'elemento chiave per ciascuno di noi. buona vita, un abbraccio!!
EliminaBellissime parole e complimenti per i pensieri profondi.
RispondiEliminaPosso sapere quanti anni hai? E' solo una piccola curiosità.
Spero che tu stia bene e ti vada tutto per il meglio!
P.S. come sta andando e cosa fai ora?
EliminaCiao! scusa il ritardo della mia risposta... ma non aggiorno più questo blog da tempo! nel frattempo, se ti interessa, ne ho creato uno nuovo! Ecco l'indirizzo: https://yogamfarm.com/?page_id=7
EliminaLì capirai di cosa mi occupo oggi! Tutto bene quindi, mai scelta fu più azzeccata! Sono 'morto' lì e 'risorto' da un'altra parte! :-D