lunedì 18 giugno 2012

(de)Crescere

Riceviamo e pubblichiamo:

"L'anno scorso ho comprato un melone al supermercato. Un melone di quelli gialli con la buccia liscia. Diversamente da quelle che sono le mie abitudini, non ho controllato se fosse biologico e neanche il paese di provenienza.
L'ho affettato per mangiarlo e mi sono ritrovata con i semi in mano. Per qualche secondo li ho guardati, pensando alla loro potenzialità. Dentro ognuno di quei semi, neanche troppo grandi, c'è una pianta capace di generare vari frutti, pieni di una grande quantità di semi. E da qui la storia ricomincia.
La natura è decisamente generosa. Sembra impossibile che non ci sia cibo in abbondanza per tutti.
Ho preso una decina di semi e li ho messi in altrettanti vasetti di terra. Dopo pochi giorni dalla terra spuntavano due foglioline verdi. Cinque piantine sono cresciute abbastanza da poter essere trapiantate. Non avevo molto spazio e alla fine ho raccolto tre meloni.
Se lo avessi programmato avrei comprato dei semi selezionati, o addirittura delle piantine già pronte per essere trapiantate. Avrei lavorato la terra, arricchendola con del concime appropriato. Probabilmente avrei cercato uno spazio più grande dove trapiantarli. Forse, se avessi fatto tutte queste cose, avrei avuto piante più grandi che avrebbero generato più frutti. Ma non credo che avrei avuto lo stesso piacere nel mangiarli.
Nel mio gesto non c'erano aspettative, la mia mano non si è mossa per una ricompensa futura, semplicemente mi è sembrata la cosa più naturale da fare.
Ho messo una manciata di semi nella terra e nel vedere la loro trasformazione è cresciuta in me la consapevolezza che la natura è la madre di tutto".

Pachamama

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