Da ormai un decennio l'economia mondiale è in mano alla
Cina. Il debito statunitense è tenuto in piedi in massima parte dalla Cina, i Paesi
europei le strizzano l'occhio da anni per risollevare le proprie sorti. Si è
arrivati al punto che, se il PIL cinese inizia a rallentare – ovvero a crescere "solo" dell'8% - l'impatto su debito ed occupazione è immediatamente tangibile a
livello globale. Il risultato di questa crescita è però sconcertante: la Cina è oggi la principale
responsabile delle emissioni di CO2 planetarie, il 40% dei propri terreni
agricoli è contaminato dall'arsenico e consuma la metà del carbone e il 60% di cemento e acciaio, a fronte del 19% della popolazione mondiale (fonti: BP e USGS). Il consumo di energia è in netto incremento ed è alla base della crescita economica. Come prevedibile, questo rapido aumento del consumo di energia corrisponde ad un aumento delle emissioni che ha conseguenze su scala globale sugli ecosistemi. Tutto ciò è inaccettabile. Lo
sviluppo industriale di questo “mostro” non è sostenibile, sia dal punto di
vista ambientale che economico. Che fare? Continuare ad ignorare solo perchè
8000 km distanti?
Mi chiamo Francesco, e ho creato questo Blog per condividere delle pratiche e delle riflessioni dal punto di vista ambientale, culturale, alimentare, ecc. Il fine è quello di mettere in discussione i paradigmi della società attuale, fondata sulla crescita, sull'accumulazione individuale, sull’ineguaglianza sociale e sullo spreco, per abbracciare uno stile di vita più sostenibile, rispettoso delle comunità locali, di noi stessi, della natura e del nostro tempo libero.
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